La sincerità è contraria alla nostra natura? Il linguaggio del corpo ci aiuta a rivelarla. Ma perché siamo tanto bugiardi?
E perché, pur essendolo, adoriamo in modo così evidente chi è sincero? Nessun altra specie passa tanto tempo a ingannare gli altri quanto noi, e comunque mai i propri simili. Il trucco sta tutto nella nostra natura sociale e quindi nel nostro cervello.
Neocorteccia e menzogna
L’intelligenza permette di fare tante belle cose, e la nostra razza ne sa qualcosa. Una delle più importanti è il mentire. Vero, non occorre un cervello molto svilupparlo per ingannare gli altri, basta vedere le piante carnivore quanto sono abili ad attirare gli insetti.
Ma ingannare volontariamente è un’altra cosa. Per riuscirci bisogna avere la capacità di prevedere le reazioni altrui, anticiparle e quindi mentire. Un compito davvero difficile, che rende i bugiardi più scaltri e astuti degli onesti.
Il cervello di alcuni animali, come i carnivori (cani, gatti ecc.) e i primati (scimmie e noi) ha sviluppato una parte molto complessa, nota come neocorteccia. Questa è la sede di funzioni molto avanzate, come l’elaborazione di emozioni complesse (paura, rabbia, disgusto, gioia, tristezza e sorpresa sono comuni a tutti gli animali vertebrati. Le più avanzate come amore, odio, rancore, orgoglio, vergogna sono molto più rare) e di quello che indichiamo con logica e ragionamento. Più la neocorteccia è sviluppata, più queste doti sono estese.
In una specie intelligente come la nostra, tutto questo si traduce con un’incredibile capacità di inganno. I più abili a farlo, come gli attori, sono pressoché impossibili da “smascherare”. Non è un caso che il mentire sia detestato da tutte le società e punito sin dai primi codici delle leggi (basta considerare i 10 comandamenti!).
Ma allora, perché mentiamo? E soprattutto, è possibile svelare un inganno?
Le ragioni del bugiardo
Mentire non è un’azione del tutto negativa. Se così fosse, solo i più abietti tra noi lo farebbe, mentre al contrario tutti, eccetto chi ha seri problemi mentali, mentiamo. Senza la bugia la nostra stessa società si frantumerebbe!
Per essere più corretti, è bene distinguere i vari tipi di bugie. Ne esistono fondamentalmente due: le bugie vere e proprie (alterazione della verità) e le omissioni (nascondere la verità). Facciamo un esempio. Mettiamo che un marito sia andato a vedere la partita dagli amici – cosa che la moglie non sopporta – e abbia detto alla consorte di avere un impegno di lavoro fino a tardi. Quando ritorna a casa, la moglie si insospettisce e lo interroga.
Moglie: “dove sei stato?”
Marito: “al lavoro” (bugia vera e propria).
Moglie: “non è vero, ho telefonato e non c’eri”
Marito: “e va bene, è vero, sono uscito prima e ho visto degli amici” (non dice che ha visto la partita).
Per molti, la seconda NON è una bugia, perché non c’è alterazione di verità. Ma questo non è vero, appunto, in quanto la moglie in questione immaginerà una situazione molto diversa rispetto a quella reale. Di fatto, così facendo, il marito ha mentito in tutti e due i casi.
Perché per molte persone questa non è una bugia? Semplicemente perché tutti utilizziamo questo modo di esprimerci, e avendoci insegnato che mentire è sbagliato, non vogliamo sentirci in colpa. La verità è che siamo tutti bugiardi. Senza le omissioni e le alterazioni non avremmo né amici né colleghi, perché litigheremmo con chiunque! Provate a immaginare di dire tutta la verità a chi incontrate per strada. In un film, Bugiardo Bugiardo, con Jim Carrey, il protagonista è colpito da questa “maledizione”: dire sempre la verità, a qualsiasi costo. La sua vita si trasforma in un inferno tragicomico, in cui tutto sembra rivoltarglisi contro. Ma lui non è cambiato, solo non può più mentire e deve dire a tutti, sempre, la verità.
Quindi, se la verità è così terribile, perché la ricerchiamo? E possiamo davvero scovarla?
Il potere del linguaggio del corpo
Sì, tramite il linguaggio del corpo è possibile riuscirci. Questo perché il nostro cervello non è solo complesso. In certi casi è troppo complesso, e noi stessi non siamo talvolta in grado di controllarlo.
Ecco cosa accade: qualcuno ci chiede come va. La nostra giornata è stata pessima, ma non vogliamo essere sinceri perché quando ce lo chiedono siamo abituati a fingere che tutto funzioni bene. Attiveremo quindi la neocorteccia che dovrà elaborare una bugia e rispondere “tutto bene, grazie”. Ma per farlo occorre tempo (decimi di secondo, non ore!). L’istinto è molto più rapido della neocorteccia, pensiamo ad esempio quanto ci occorre a schivare un pugno e quanto ci servirebbe se dovessimo prima ragionarci su, magari pensando “arriva un pugno. Meglio schivarlo. Mi sposto verso destra?” Mentre ci pensiamo, siamo già belli e colpiti. Quindi, si attiva il cervello istintivo, più antico e massiccio della neocorteccia, e prende il controllo, schivando l’attacco.
Quando dobbiamo mentire, accade la stessa cosa: la parte istintiva è pronta a dire la verità, la neocorteccia però la corregge con una bugia. Ma, come abbiamo detto, l’istinto è più rapido. Risultato? La voce dirà “tutto bene” ma il corpo esprimerà il disagio.
Lo fa poco e in fretta, ovviamente, o non servirebbe a nulla saper mentire. Ma in qualche modo lo fa sempre, nessuno può mentire con tutto il corpo.
Conclusioni
In parole povere: vogliamo sempre dire la verità per istinto, ma non lo facciamo mai, il che è un bene per la nostra stessa sopravvivenza. Possiamo però smascherare i bugiardi, se sappiamo dove guardare!
Antonio
Per approfondire
A.Meridda, F.Pandiscia “Prova a Mentirmi”
P.Ekman “I volti della menzogna”
P.Ekman “Te lo leggo in faccia”

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L'autore: Antonio Meridda
Antonio Meridda è laureato in scienze naturali, con master in etologia e in giornalismo scientifico. Formatore ed esperto di linguaggio del corpo ha ottenuto le certificazioni F.A.C.S. (Facial Action Coding System) e B.C.E. (Body Coding System) ed è autore di numerosi libri e videocorsi sull'argomento. Iscriviti alla sua newsletter per leggere i suoi articoli e imparare tutto sul linguaggio del corpo.
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2 Comments
[…] nostro mondo che è quasi impossibile svelarlo per davvero, se non usando tecniche molto complesse (analisi del linguaggio del corpo, interrogatori, macchina della verità). La società umana dei primordi aveva quindi a che fare con […]
[…] con una tecnica interessante, che si basa sull’osservazione. Se conosci il linguaggio del corpo usa pure tutte le tue capacità per leggere davvero chi hai di fronte in termini di feedback, […]