Quanto conta ogni gesto che facciamo? Nell’era della comunicazione online ha ancora senso o non serve più a niente?

I gesti sono da sempre stati alla base della nostra comunicazione. Ma oggi possono sembrare un retaggio del passato, per nulla utili o utilizzabili in un’epoca di sms, hashtag, post e tweet.

E invece, mai come ora sono al centro di tutto!

I moderni sistemi infatti hanno permesso il successo e la diffusione di un mezzo per millenni passato in secondo piano: l’immagine.Importanza del gesto - Abramo Lincoln

Si dice che al tempo di Lincoln l’immagine era l’ultimo aspetto cui si badava. Contava invece moltissimo l’eloquio, e ancora di più la capacità di trascinare con le parole. Lo stesso presidente degli Stati Uniti era molto più attento a quello che scriveva, a come il suo discorso faceva effetto sul lettore, rispetto a come gestire il pubblico. Ciò non dovrebbe stupire: a quei tempi le fotografie erano rarissime, ci si affidava ai disegni, che però non erano certo il fulcro del discorso. Viceversa, la scrittura era più viva che mai, grazie al telegrafo soprattutto.

Oggi invece leImportanza del gesto - smartphone cose son del tutto cambiate. Ci sono metodi che permettono di non apparire, come i podcast, ma il metodo principale è di sicuro la fotografia e, adesso più che mai, i video. Grazie ai cellulari tutti sono dotati di videocamere e possono riprendere qualsiasi cosa. Un comunicatore di qualsiasi genere, sia professionista che non (ad esempio un negoziante) deve fare i conti con questo mezzo, potente ma difficile.

Potente, sì, perché l’efficacia di un video non è paragonabile con uno scritto. Per quanto l’autore sia abile nel descrivere una scena, la sua arte impallidirà di fronte alla precisione di un video. Siamo animali visivi, d’altronde.

Veniamo al problema iniziale: il gesto. Un tempo era possibile comunicare con chi parlava altre lingue solo grazie a questo tipo di messaggio, universale per tutti. Poi abbiamo iniziato a soppiantarlo sempre più, sostituendo il linguaggio del gesto con quello della scrittura. Per millenni abbiamo perso l’abilità di decifrarlo, e peImportanza del gesto - il gesto come comunicazione universaler ancor più tempo ci siamo esercitati nel nasconderlo, nel camuffarlo, nel mascherarlo. Così che nella vita moderna si è molto in dubbio su come apparire in video, come parlare e soprattutto che gesti fare ed invece evitare.

Non parlo qui dei gesti culturali, quanto di quelli istintivi: sorrisi, cenni con le mani e la testa, movimenti degli occhi solo per citarne alcuni. Infatti, anche senza essere maestri dell’arte dell’interpretazione del linguaggio del corpo (che frase lunga!), “a pelle” ci saranno gesti che ci coinvolgeranno e altri che ci faranno cambiare canale.

Quello che più conta, quindi, è avere consapevolezza dei nostri gesti per iniziare, e poi cercare di capire anche quali hanno più effetto sugli altri.

Conclusioni

Non è facile raccapezzarsi in tutti questi segnali, e arrivare a comprendere senza alcun dubbio quando qualcuno mente o meno con matematica certezza è un compito molto arduo che richiede molte e costose attrezzature. Per fortuna non ci occorre quasi mai arrivare a simili livelli di precisione, e con un breve  ma efficace addestramento è comunque possibile utilizzare i gesti migliori e schivare i più pericolosi per la nostra vita comunicativa.Mettiamoci il cuore in pace, è impossibile controllarli e verificarli tutti in un istante. Siamo perfette macchine della bugia, più che della verità! Non a caso ci siamo sempre sforzati di cercare un modo efficace per capire quando qualcuno mente. Riusciamo a mentire contemporaneamente con gli occhi, la postura, il viso, i gesti delle mani e a questo aggiungiamo la parola e la voce. Davvero troppo da controllare in una sola volta! Vale però anche il contrario: siamo così abituati a mentire che è molto difficile riuscire a mascherare tutto insieme.

Basta imparare quali sono!

Antonio

Per approfondire

A.Meridda, F.Pandiscia, “Prova a Mentirmi

A.Meridda, F.Pandiscia, “Il Metodo Antiballe

D.Morris, “L’uomo e i suoi gesti”

Pease & Pease, “Perché mentiamo con gli occhi e ci vergogniamo con i piedi?”

 

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L’autore: Antonio Meridda

ritrattoAntonio Meridda è laureato in scienze naturali, con master in etologia e in giornalismo scientifico. Formatore ed esperto di linguaggio del corpo ha ottenuto le certificazioni F.A.C.S. (Facial Action Coding System) e B.C.E. (Body Coding System) ed è autore di numerosi libri e videocorsi sull’argomento. Iscriviti alla sua newsletter per leggere i suoi articoli e imparare tutto sul linguaggio del corpo.

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