I gesti sono davvero molto, molto importanti, eppure, abituati a usare la tecnologia per comunicare, ne sottovalutiamo la “potenza”, tanto da non stare mai attenti a quello che il corpo altrui ci dice.

Il metasegnale: la comunicazione istintiva

Ma sarebbe un errore se pensassimo di non avere più alcuna capacità di riconoscere i gesti altrui. Proviamo a pensare questa situazione: al buio, si avvicina qualcuno. Vi sarà di certo capitato di capire volo quando qualcuno vuole aggredirvi o se sta solo scherzando. Avete presente due bambini, o due cani che giocano? Come fanno a fermarsi prima di farsi male? E come facciamo noi ad accorgercene, dato che non parlano (non come noi, comunque)?

Per aiutarci, la natura ha elaborato alcuni gesti specifici, così importanti che rendono tutti il metasegnale - bambini che giocano alla lottagli altri segnali secondari. Il nome con cui si definisce un gesto simile è metasegnale. Pensate a due bambini che giocano alla lotta: anche se coinvolti si capirà subito se stanno facendo sul serio o meno, perché lanciano di continuo tra loro dei segnali molto chiari. Ad esempio, sorridono, o anche se, per scherzare, fanno la faccia feroce, l’espressione divertita degli occhi li tradirà.

Il messaggio è chiaro: stiamo giocando, quindi anche se sembra che voglia farti del male, sto solo facendo finta.

Chiunque abbia un cane sa che esiste una posa specifica, detta di gioco, in cui l’animale sta con il busto a terra e il sedere in alto.

Quando assume questa specifica posizione, anche se ringhia o fa vedere i denti, gli altri cani non lo temono e giocano con lui.

Allo stesso modo, anche se possiamo fingerci minacciosi e aggressivi, se sorridiamo subito passa questo segnale su tutti gli altri, e annulliamo ogni carica offensiva.

Quanto conta un metasegnale?

Negli adulti questi metasegnali possono essere un pochino più sfuggenti, ma solo perché siamo più “allenati” a mentire. In ogni caso si noterà facilmente quando due adulti stanno fingendo di aggredirsi o quando fanno sul serio e vogliono farsi del male.

Bisogna però aggiungere che un metasegnale sarà molto difficile da notarsi durante una vera gara. Di sicuro lo spirito di chi affronta un avversario sul ring è molto diverso rispetto a chi lotta per difendere la propria vita durante un’aggressione. In entrambi i casi, però, non si sta più giocando. Un atleta sul ring è pronto a tutto, rispettando le regole, per vincere. Il suo pensiero non è “devo farlo fuori”, ma “devo vincere”, quindi non si discosta in fondo di molto. Ciò fa in modo che il metasegnale sia molto raro in una gara di questo tipo: se non si prende la cosa sul serio, la sconfitta è sicura!

Pensiamo però a come cambia l’atteggiamento durante una tipica lite giocosa tra bambini, ad esempio la comunissima “guerra a cuscinate”. Qui ci si aspetta di vedere molti metasegnali, e la loro assenza possono o dovrebbero farci pensare che qualcosa non va. Anche i bambini sanno riconoscere subito quando gli altri stanno scherzando o no. Non riescono però a farlo – talvolta – quando giocano alla lotta con un adulto, questo perché gli adulti sono molto più controllati, come già detto, quindi meno spontanei. Può quindi accadere che un bambino voglia continuare a giocare alla lotta anche quando l’adulto gli dice di smetterla. Ricordo che il bambino non è molto attento (non come un adulto) al linguaggio verbale quanto al non verbale, quindi è meglio mettere le cose in chiaro con questo linguaggio anziché dirgli “basta!”.

Conclusione

I metasegnali esistono in pressoché tutte le specie sociali, compresi mammiferi, uccelli e in alcuni casi rettili. Questo fa subito capire la loro enorme importanza sociale! Senza di essi molti animali si farebbero male anche solo giocando, specie tra cuccioli o pulcini. Quali conosci nella nostra specie, oltre il sorriso?

Antonio

Per approfondire

A.Meridda, F.Pandiscia, “Prova a Mentirmi

D. Morris “L’uomo e i suoi gesti”

I. Eibl-Eibesfeldt, “Etologia umana”

E. Coco, R. Cervo “Il comportamento degli animali”

D. Mainardi “Etologia caso per caso”

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L’autore: Antonio Meridda

ritrattoAntonio Meridda è laureato in scienze naturali, con master in etologia e in giornalismo scientifico. Formatore ed esperto di linguaggio del corpo ha ottenuto le certificazioni F.A.C.S. (Facial Action Coding System) e B.C.E. (Body Coding System) ed è autore di numerosi libri e videocorsi sull’argomento. Iscriviti alla sua newsletter per leggere i suoi articoli e imparare tutto sul linguaggio del corpo.

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